Ospedale psichiatrico provinciale Carlo Besta di Sondrio


Sede: Sondrio
Date di esistenza: 1910 - 1978
Condizione giuridica: pubblico

Per l'assistenza alla maggior parte dei malati di mente della provincia di Sondrio si era sempre fatto ricorso al ricovero presso il reparto alienati dell'ospedale "S. Anna" di Como. Ma a partire dai primi anni del Novecento il sovraffollamento della struttura aveva indotto la Deputazione provinciale di Sondrio a costituire una commissione di tre tecnici per la costruzione di "uno o più stabilimenti pel ricovero dei mentecatti della Provincia"; ne fecero parte l'ing. Polatti, il dott. Morelli e il prof. De Vincenti, cui si aggiunse in un secondo tempo il dott. Carlo Besta, in quegli anni assistente al manicomio di S.Lazzaro di Reggio Emilia. Nel 1906 fu deliberata la costruzione del complesso manicomiale in località Moncucco presso Sondrio, che cominciò a funzionare sin dal 1909 : sette padiglioni di degenza, due padiglioni di osservazione, due reparti "tranquilli", due reparti "semiagitati e agitati", un padiglione "isolamento" per i contagiosi, un edificio per gli uffici amministrativi con alloggio dei medici, e tutti i servizi (cucina, lavanderia, chiesetta, ecc.). L'organico medico era costituito dal direttore, dal medico primario e da un assistente, gli infermieri erano in numero di 28. Il primo concorso per direttore fu vinto da Carlo Besta, che per gli impegni universitari dovette rinunziare; in seguito alla guida dell'istituzione si susseguirono nomi importanti della psichiatria: L. Lugiato, G. Muggia, A.M. Piamberti.
Alla fine degli anni Trenta i ricoveri raggiunsero la cifra di 355 e - grazie a notevoli migliorie- l'istituto si era trasformato in un moderno ospedale psichiatrico. Il secondo conflitto mondiale segnò un periodo di terribili difficoltà per la carenza di cibo, vestiario, riscaldamento e più in generale di assistenza medica: nel solo 1944 vi furono 70 decessi, quasi tutti per forme tubercolari.
La rinascita fu faticosa e guidata, a partire dagli anni Cinquanta, dal direttore D. Cargnello che avviò rinnovamenti ed ampliamenti che consentirono alla fine degli anni Sessanta di accogliere 500 degenti.
La chiusura dei manicomi a seguito della legge 180/78 fece confluire l'istituto nella USL n. 2.



ultimo aggiornamento
7 maggio 2013