Ospedale neuropsichiatrico per la provincia di Cuneo in Racconigi


Sede: Racconigi (Cuneo)
Date di esistenza: 1871 - 1981
Condizione giuridica: pubblico

Altre denominazioni
Ospedale psichiatrico di Racconigi
Manicomio di Racconigi

L'istituzione in Racconigi di una struttura destinata al ricovero dei malati psichiatrici affonda le radici nella volontà riformatrice di Vittorio Amedeo II di Savoia (1675-1730). A tal fine emanò il Regio Editto del 19 maggio 1717, con il quale si stabiliva la costituzione da parte delle comunità di una rete di Ospizi di carità
Cominciò dunque in quegli anni a Racconigi, allora il principale centro sabaudo di produzione della seta, il lungo percorso che solo nel 1789 porterà all'inizio dei lavori di costruzione di un'imponente struttura, pensata come ricovero di mendicità. Nel frattempo a Torino venne aperto nel 1728 il primo "ospedale de' pazzarelli", l'unico del Piemonte, che ben presto si dimostrerà insufficiente ad accogliere tutti i "mentecatti" inviati dalle diverse province.
In seguito alla Legge Comunale e provinciale n. 2248 del 20 marzo 1865, in virtù della quale la spesa per il mantenimento dei "maniaci poveri" fu posta a carico delle province, fin dal 1866, in Consiglio provinciale a Cuneo si parlava dell'opportunità di erigere un manicomio provinciale.
Nel corso del 1868 si iniziò a parlare della possibilità di adattare a tale uso l'edificio dell'ex Collegio Militare di Racconigi, nato come Ricovero di mendicità capace di ospitare fino a mille persone, ma rivelatosi fin dall'inizio troppo ampio rispetto alla sua funzione. Nei primi mesi dell'anno seguente la Deputazione provinciale, affidò ad una commissione apposita l'incarico di ottenere dal governo la cessione di tale fabbricato e di vagliare il progetto dell'istituzione del manicomio provinciale. Il 4 luglio 1870 fu così approvato il progetto presentato dalla Commissione, nell'estate, iniziarono i primi lavori di ristrutturazione e il 1° settembre 1871 avvenne il ricovero dei primi due mentecatti.
Durante l'adunanza del Consiglio provinciale di Cuneo del 28 settembre 1886 venne deliberato lo "Statuto Organico" del Manicomio Provinciale di Racconigi.
Dall'apertura dell'Ospedale Psichiatrico di Racconigi fino ai primi due decenni del Novecento, quando avvenne la prima organica riforma dell'assistenza psichiatrica, l'antico ricovero di Racconigi, diventato manicomio, visse quella che si può definire la fase del "grande internamento".
A un anno dalla sua apertura, l'ospedale ospitava 234 pazienti, che portarono ben presto la struttura alle soglie della saturazione: questa fu raggiunta quando il numero delle presenze mensili si stabilizzò oltre le 250 unità (1874), diventate 400 negli anni '80 del XIX secolo, e che superarono le 800 unità alla vigilia del primo conflitto mondiale.
Nel manicomio era ospitata una gamma illimitata di pazienti, dagli anziani dementi ai pazzi pericolosi, per i quali Lombroso invocava da anni la costruzione di manicomi criminali.
Nel 1904, dopo decenni di tentativi infruttuosi, l'Italia si dotò di una legge sui manicomi (n. 36 del 14 febbraio) che separava con chiarezza le competenze dei comuni - assistenza dei poveri dementi - da quelle della Provincia (ricovero dei pazzi pericolosi).
La crescita della popolazione ricoverata fece ben presto saltare le strutture edilizie dell'ospedale di Racconigi: il corpo centrale dell'ex Collegio Militare, già integrato del 1897 con le due casermette Umberto e Govean, ribattezzate Tardieu e Connolly, non era in
grado di accogliere decorosamente 600 ospiti. Venne elaborato un nuovo progetto di ampliamento dall'ingegnere capo Fornaseri, in base al quale furono acquistate due case adiacenti all'Ospedale. Alla vigilia della Grande Guerra, la Provincia si ritrovò senza disponibilità finanziarie e i lavori del manicomio furono di conseguenza ridimensionati, limitandosi all'edificazione di uno solo degli otto padiglioni previsti e alleggerendo piuttosto la popolazione ospedaliera mediante le convenzioni per soggiorni di dementi cronici stipulati fin dal 1911 con la Congregazione di Carità e con l'ospedale Cottolengo di Cuneo.
Con la legge n. 36 del 14 febbraio 1904 varata dal governo Giolitti, e il successivo regolamento del 1909 (Regio Decreto n. 615 del 16 agosto), iniziò il cammino che regolamentò l'istituzione dell'ospedale psichiatrico con le modalità di assistenza e cura per i soggetti affetti da disturbo psichico.
Lo statuto del 1886 venne modificato lievemente dal Regolamento Speciale del Manicomio Provinciale di Racconigi approvato dalla Deputazione Provinciale il 13 luglio 1925, in base all'art. 4 della legge n. 36 del 1904. Tale regolamento constava di 130 articoli suddivisi nei capitoli relativi al Servizio sanitario, Servizio di assistenza immediata e Materiale scientifico, con una particolare attenzione alla pianta organica.
Una decisa riorganizzazione dell'Ospedale Neuropsichiatrico di Racconigi fu attuata tra il 1945 e il 1949, quando furono anche rimodernati diversi impianti e corpi di fabbrica.
Non vi furono grandi innovazioni amministrative e legislative fino al 1958, anno in cui gli ospedali psichiatrici, dalle competenze del Ministero dell'Interno, passarono al Ministero della Sanità. Nel fabbricato che ospitava l'ospedale psichiatrico esistevano due reparti "Chiarugi", uno per gli uomini e l'altro per le donne; a questi si aggiunsero i nuovi padiglioni "Marro" (uomini "tranquilli"), "Tamburini" (donne "tranquille"), "Morselli" (uomini e donne "acuti", con celle di contenzione), per un totale di cinque padiglioni e otto reparti, quattro maschili e quattro femminili.
La vera rivoluzione dell'assistenza psichiatrica avvenne nel 1978 con l'entrata in vigore della legge n. 180 del 13 maggio, conglobata poi, nel dicembre dello stesso anno, nella legge n. 833 di riorganizzazione del sistema sanitario nazionale: essa comportò tra il 1981 e il 1991 la dimissione dall'ospedale psichiatrico di Racconigi di 300 persone.
La Regione Piemonte con la legge n. 61 del 1989 stabilì quale doveva essere l'organizzazione territoriale dei servizi psichiatrici e con il D.G.R. 356-1370 del 28 gennaio 1997 indicò i parametri strutturali e di personale minimi per i servizi psichiatrici.
La Legge Finanziaria del 1994 indicava il 31 dicembre 1996 come termine di chiusura degli ospedali psichiatrici, lasciando un biennio di transizione utile a completare il programma di superamento, per cui tutti i pazienti dovevano essere dimessi ed inseriti nelle strutture sanitarie territoriali, individuate dalle commissioni di valutazione che avevano operato nel corso del 1996.
Il 9 febbraio 2004 l'ultima ex degente, dimessa nel 1997, insieme con altre utenti del Dipartimento di Salute Mentale trasferì la propria abitazione fuori dalla cinta dell'ex ospedale psichiatrico, per vivere in un appartamento in centro.



ultimo aggiornamento
16 maggio 2013