Casa della Divina Provvidenza. Istituti ospedalieri, centri di riabilitazione di Bisceglie


Sede: Bisceglie (Barletta-Andria-Trani)
Date di esistenza: 1921 -
Condizione giuridica: privato

Altre denominazioni
Ospedale psichiatrico 1935 - 1978 L'ospedale psichiatrico è stato chiuso in applicazione della Legge Basaglia.
Istituto ortofrenico 1922 -
Ospedale per alienati cronici e deficienti 1921 - 1934

L'ospedale psichiatrico di Bisceglie venne istituito nell'anno 1935 con l'ampliamento dell'Istituto di ricovero per alienati cronici e deficienti "Casa della Divina Provvidenza", che era stato fondato il 3 agosto 1921 da don Pasquale Uva, parroco della chiesa di S. Agostino in Bisceglie, in ciò ispirandosi alla vita e all'opera del canonico Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Già dall'anno 1922 l'Istituto da poco fondato da don Uva incominciò ad accogliere alcuni epilettici e storpi minorati psichici.
Le intenzioni del fondatore, tuttavia, non erano quelle di istituire una semplice casa di ricovero, ma di avviare la rieducazione dei ricoverati e di insegnare loro un mestiere. Per questo motivo, fin dai primi anni, l'Istituto fu affidato a specialisti di malattie nervose e mentali, come Giuseppe Silvestris e Pietro Armenise, dell'Università degli studi di Bari.
Nel 1930 venne chiamato alla direzione dell'Istituto lo psichiatra Domenico Sarno di Napoli.
Il progetto di don Uva prese corpo nell'anno 1931, quando l'Amministrazione provinciale di Bari invitò il sacerdote a volersi occupare anche dei "poveri folli", fino ad allora ricoverati nell'ospedale "Mater Domini" di Nocera Superiore con gran dispendio per la Provincia e gran disagio per le famiglie dei ricoverati. Nel 1933 furono, così, trasferiti da Nocera a Bisceglie i primi 102 "dementi cronici tranquilli" e fu affidato all'ingnere Buttiglione il progetto di costruzione di nuovi padiglioni.
Nel maggio 1935 venivano riconosciuti alla nuova istituzione i requisiti di Ospedale psichiatrico e il 14 novembre dello stesso anno il Rettorato provinciale approvava uno schema di convenzione con cui affidava il servizio di assistenza manicomiale all'Ospedale psichiatrico "Casa della Divina Provvidenza".
Da quel momento in poi i malati mentali della provincia di Bari furono ospedalizzati a Bisceglie, dove intanto arrivarono anche altri 450 pazienti pugliesi ancora ricoverati a Nocera.
I ricoveri ebbero un particolare incremento nel periodo bellico soprattutto a seguito della convenzione con il IX Corpo d'armata di Bari, in virtù della quale i "militari folli" provenienti dai vari fronti e dalla prigionia vennero ricoverati a Bisceglie, fino a quando non fu possibile smistarli nei manicomi delle province di provenienza.
Nel 1951 l'Ospedale fu ulteriormente ampliato e, a seguito di un accordo intercorso con il Consorzio provinciale antitubercolare, venne inoltre completato un nuovo padiglione per folli e deficienti tubercolotici. I padiglioni dell'ospedale di Bisceglie, sorti su un'area di dodici ettari vicino al mare, erano stati costruiti dietro la grande chiesa (fondata nel 1937 e dedicata a San Giuseppe padre dei sofferenti) in modo da essere nascosti allo sguardo.
La Casa della Divina Provvidenza si componeva di due Istituti separati e distinti: l'Ospedale psichiatrico e l'Istituto ortofrenico, entrambi divisi in due reparti (maschile e femminile).
Le suore che amministravano la Casa erano coadiuvate nella loro opera da 9 medici specializzati e alcuni sacerdoti.
Nel 1972, a quasi venti anni dalla morte di don Uva (13 settembre 1955), la situazione economico-finanziaria della Casa si era notevolmente consolidata tanto da permettere, in occasione del 50° anniversario della fondazione, l'inaugurazione di un nuovo laboratorio di biochimica e neuropatologia e di un grande padiglione destinato alla terapia occupazionale e socioterapica.
Nel 1990, dall'origine dell'Istituto e fino alla completa applicazione della legge Basaglia, risultavano ricoverati a Bisceglie 47.059 pazienti.
Oggi, dopo un decennio di difficoltà finanziarie, l'ex l'ospedale psichiatrico sta attraversando un processo di riconversione in modo da costituire un grande polo sanitario con finalità riabilitative di cura e assistenza per la lungodegenza.



ultimo aggiornamento
27 gennaio 2016