Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Arezzo


Sede: Arezzo
Date di esistenza: 1901 - 1980
Condizione giuridica: pubblico

Altre denominazioni
Manicomio provinciale di Arezzo 1906 - 1926

I primi locali dell'Ospedale furono inaugurati nel 1901 e vi furono trasferite persone fino ad allora ricoverate presso l'Asilo per dementi, aperto nel 1893 dal Comune di Arezzo, e presso l'Ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena. Il 1° settembre 1902 la direzione venne assunta dal rettore degli "Spedali Riuniti" di Arezzo, riconfermata con convenzione del 23 dicembre dello stesso anno. Dal 1904 il direttore fu Arnaldo Pieraccini, che mantenne l'incarico fino al 1950, caratterizzando in modo inconfondibile l'attività dell'istituto e i suoi indirizzi operativi. Dal gennaio 1906 la gestione venne assunta in via definitiva dalla Provincia di Arezzo e l'ospedale assunse la denominazione di Manicomio provinciale di Arezzo. Nel 1912 l'ospedale, ormai completato, partecipò all'Esposizione internazionale di igiene sociale di Roma, nel corso della quale ebbe un "diploma di onore" assegnato grazie alla qualità della sua organizzazione e ai contenuti innovativi del suo "Regolamento organico e speciale", il primo ad essere approvato in Italia dal Consiglio superiore di sanità dopo la legge 14 febbraio 1904 e che divenne un modello per gli altri ospedali psichiatrici. In materia organizzativa questo regolamento stabiliva una netta separazione tra i compiti della Direzione e dell'Economato, riconoscendo al direttore il compito di "capo unico all'interno del Manicomio". Il personale dipendeva dalla Provincia ed era suddiviso in impiegati e salariati. Nel 1926, primo in Italia, si trasformò in Ospedale provinciale neuropsichiatrico, estendendo l'ammissione e la cura anche ai malati del sistema nervoso; e a tale scopo fu costruito il Padiglione neurologico. Il 12 novembre 1943 l'Ospedale subì un bombardamento che provocò due morti, alcuni feriti e molti danni, tanto da portare alla chiusura della sede fino al 1945; oltre duecento pazienti furono trasferiti a Siena, altri a Bibbiena, altri ancora in una villa in località Galbino, vicino Anghiari, dove si spostò anche la Direzione. Soltanto nel luglio 1947 fu completato il rientro dei pazienti e fu possibile riaprire il servizio accettazione. Nel 1950, ad Arnaldo Pieraccini seguì Marino Benvenuti, che nella fase iniziale del suo incarico si occupò in particolare della ricostruzione del nuovo Padiglione Neurologico, inaugurato nel 1957 e successivamente fondò la "Rivista di Neurobiologia", distribuita, con periodicità trimestrale, dal 1955 al 1973. Nel 1971 la direzione passò ad Agostino Pirella, già primario presso l'Ospedale psichiatrico di Gorizia, che prospettò il futuro dell'istituto su basi completamente nuove. L'obiettivo principale di Pirella fu quello di "aprire"e smantellare la struttura sulla base dell'esperienza da lui condotta, proprio a Gorizia, con Franco Basaglia. I primi suoi provvedimenti furono volti soprattutto al miglioramento delle condizioni dei degenti e tutta la sua opera, nella pratica e nel pensiero, fu improntata a quanto e come andasse ripensato e agito “il problema psichiatrico”. Pirella lasciò la direzione nel 1979, sostituito da Vieri Marzi, suo vice ed anche lui proveniente dall'esperienza di Gorizia, che si occupò della delicata fase di chiusura della struttura e di passaggio delle competenze dalla Provincia di Arezzo alla Regione Toscana.
Nel 1980 avvenne il distacco dell'Ospedale dall'Amministrazione provinciale, mentre la chiusura definitiva del manicomio risale al 1989.



ultimo aggiornamento
22 settembre 2020