Centro riabilitativo assistenziale e sanitario - CRAS di Ancona


Sede: Ancona
Date di esistenza: 1981 - 1999
Condizione giuridica: pubblico

Altre denominazioni
Centro residenziale di assistenza socio-sanitaria - CRASS di Ancona 1981 - 1985

Sancita, con la legge 180/1978, la chiusura degli ospedali psichiatrici italiani, la Regione Marche, al fine di organizzare il servizio per i malati mentali nel territorio di propria competenza, con delibera n. 1265 del 15 aprile 1980, posticipò al 31 maggio 1980 il termine finale per la cessazione della deroga al ricovero presso gli ospedali psichiatrici regionali. Successivamente con delibera n. 38 del 20 gennaio 1981, conferì alle amministrazioni provinciali la possibilità di convertire gli ospedali psichiatrici in centri residenziali di assistenza socio-sanitaria (CRASS) a favore di quei ricoverati, denominati "residuo manicomiale", presenti all'interno di tali strutture e che necessitavano ancora di assistenza sanitaria in quanto sprovvisti di domicilio consono alle loro condizioni psico-fisiche. Il CRASS divenne poi una delle strutture del Servizio di salute mentale dipartimentale istituito con la legge regionale n. 27 del 1985 e, sempre in quell'anno, cambiò la propria denominazione in Centro riabilitativo assistenziale e sanitario (CRAS).
Il CRAS aveva la funzione di svolgere riabilitazione a modulo non ospedaliero attraverso una assistenza medica finalizzata, con l'attivazione di progetti e interventi, al reinserimento del maggior numero di ospiti presso il loro domicilio o, quando questo non fosse possibile, presso le complementari strutture di assistenza attivate sul territorio e anch'esse parte del Dipartimento di salute mentale. La sua gestione amministrativa ed economica era affidata alla segreteria e all'economato, che doveva provvedere anche alla gestione di un fondo cassa per le spese e le esigenze degli ospiti, costituito dalla ritenuta dei 2/3 delle pensioni dei ricoverati stessi. Come nei precedenti ospedali psichiatrici, per l'assistenza religiosa era prevista la figura del cappellano. L'assistenza atta a garantire la salute degli ospiti era assicurata dal medico di base, in stretto contatto con i medici primari del CRAS; quella specialistica era invece garantita all'interno della struttura del CRAS. Per la auspicabile reintroduzione nel contesto sociale, da cui gli ospiti erano stati allontanati per lungo tempo, era prevista una commissione (l.r. n. 27/85) con il compito di formulare proposte che ne agevolassero il progressivo reinserimento.
Il CRAS di Ancona fu gestito dall'Unità sanitaria locale - USL n. 12 prima e, successivamente, dall'Azienda sanitaria locale - ASL n. 7.
La legge nazionale 23 dicembre 1994, n. 724 fissò al 31 dicembre 1996 il termine per la chiusura dei residui ospedali psichiatrici e il Consiglio regionale delle Marche, con deliberazione amministrativa n. 82 del 2 agosto 1996, approvò le dimissioni degli ospiti degli ex ospedali psichiatrici del territorio regionale e il loro accoglimento in strutture protette esterne, utilizzabili anche per la nuova utenza.
Ad Ancona il provvedimento interessò 136 pazienti, ancora presenti nel CRAS alla data del 30 settembre 1995; il processo di chiusura definitiva del Centro risulta terminato al 1999, come dimostrano le cartelle cliniche dei pazienti.



ultimo aggiornamento
3 gennaio 2019